Per ogni vino un calice

Esistono diverse tipologie di calici, ognuna che meglio si adatta ad una determinata tipologia di vino, ed è fondamentale scegliere il modello giusto per esaltare al meglio le caratteristiche di ciascun vino.

Il cristallo

Partiamo dalle basi: la tipologia di bicchiere che meglio si presta alla degustazione di un vino è il calice, che dev'essere in vetro trasparente per poter osservare il colore del liquido (calici scuri, colorati o con incisioni hanno uno scopo puramente decorativo ma non sono tecnici). Il materiale ideale per i calici è il cristallo, che è vetro con l'aggiunta di almeno il 24% di piombo all'interno, il quale garantisce una maggiore trasparenza e la possibilità di avere pareti molto sottili. I calici in cristallo permettono di poter esaltare al meglio il colore, i profumi e la consistenza di un vino, al prezzo di una maggiore fragilità.

Quando nasce il calice 

I primi bicchieri a forma di imbuto, dotati di un piccolo stelo, compaiono nel Medioevo grazie all'arte veneziana del vetro soffiato, ma il calice vero e proprio che conosciamo oggi si sviluppa durante l’Ottocento, con la diffusione del cristallo e l'influenza dello stile Liberty. 

L'utilizzo del calice

Il calice non dev'essere mai riempito del tutto ma di 1/3 per poter permettere l'adeguata rotazione del vino durante le degustazione, importante per individuarne tutti i profumi. L'unica eccezione è gli spumanti versati nelle flûtes, che vengono o riempiti anche fino a 4/5 del loro volume per esaltarne al meglio il perlage. 

Tutti i calici ma in particolar modo quelli in cristallo andrebbero lavati solo con acqua corrente calda con al massimo l'aggiunta di un po' di aceto, l'utilizzo dei detersivi non è consigliato ma ancor di più lavarli in lavastoviglie. Nell’asciugarli si dovrebbe utilizzare un panno di lino, che non lascia pelucchi sulle pareti.

È fondamentale durante una degustazione tenere il calice dallo stelo per evitare variazioni di temperatura del vino (potrebbe essere invece una soluzione per aumentare la temperatura nel caso in cui fosse troppo bassa per quello che stiamo degustando), e per valutare al meglio il colore e i profumi che potrebbero essere influenzati dall'eventuale presenza di odori sulle mani. La forma panciuta che tendenzialmente si restringe verso l'alto ha invece lo scopo di concentrare i profumi verso il naso e non disperderli.

Come abbiamo anticipato esistono varie tipologie di calici, ognuna più o meno adatta ad una determinata tipologia di vino, vediamo insieme quali sono.

Le diverse tipologie di calice

- Per i vini bianchi giovani, freschi e con profumi delicati e non molto intensi (ma anche rosati o rossi giovani e beverini) utilizzeremo un bicchiere di medie dimensioni, con luce anch’essa di media ampiezza

- Per i vini bianchi più maturi ed intensi useremo un bicchiere più grande ed ampio per permettere agli aromi di liberarsi e diffondersi

- I vini rossi di media struttura ed affinamento vengono degustati al meglio in bicchieri da vino rosso di media dimensione ed ampiezza.

- I vini rossi di più lungo affinamento richiedono un bicchiere a luce molto ampia, per permettere una maggiore apertura del ventaglio di profumi. E’ il caso del classico baloon, che può anche arrivare ad avere il bordo svasato per permettere una ancora migliore vicinanza del naso all’interno del bicchiere dove i profumi vengono a liberarsi e a fondersi.

- Per gli spumanti la tradizionale flûte che permette di apprezzarne il fine perlage viene spesso soppiantata da calici più ampi che meglio permettono la diffusione degli aromi e  la cui dimensione permette di apprezzare la brillantezza del colore; per gli spumanti aromatici la tradizionale coppa è ormai caduta in disuso e possiede più che altro un valore simbolico.

- Per i vini passiti o liquorosi, vista la sovente preziosità dei primi e l’alcolicità dei secondi, si utilizza un calice di piccole dimensioni, di forma leggermente arrotondata e con luce sufficientemente ampia per la diffusione degli intensi profumi; lo stelo di questi calici è in genere molto allungato, per dare eleganza al bicchiere e facilitarne la presa.

- Il bicchiere “ISO”

 Infine una nota merita il bicchiere da degustazione vino a norma ISO. La sua forma e dimensioni sono stabilite dall’International Oragnization for Standadrization (ISO) e corrispondono ad un bicchiere piccolo, tozzo e oblungo, che vorrebbe essere un compromesso tra le caratteristiche di tutti i bicchieri e che, in quanto tale, non risponde ai requisiti di nessuno. E’ bene comunque citarlo non foss’altro per ragioni storiche.

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