Vino e musica, come l'una influisce sulla percezione dell'altro.

Avete mai sentito parlare del potere che ha la musica sul cervello umano?

Numerosi studi scientifici che sono stati effettuati hanno dimostrato gli effetti che la musica produce sul cervello dell'uomo: sembra che la essa sia in grado di aumentare l’elasticità dei circuiti neurali della corteccia celebrale migliorando le prestazioni emotive, fisiche e mentali dell’uomo.

Anche prima della conferma scientifica, tutti nella vita hanno sperimentato l’effetto che la musica produce si nostri stati d’animo: di quanto una musica allegra ci metta allegria, una più energica ci dia uno sprint maggiore, una più malinconica ci incupisca un po’ o diventi la compagnia ideale per i nostri momenti tristi.

Proprio in linea con queste considerazioni, si è studiato come la musica possa influenzare anche le percezioni di un vino durante le degustazioni.

Ma su cosa si basa il rapporto tra musica e vino?

Bere è differente che degustare: quando degustiamo e non semplicemente beviamo un vino, ci stiamo concentrando su tutte le sensazioni che riusciamo ad analizzare attraverso i nostri organi di senso.

La degustazioni passa attraverso 3 fasi: quella visiva, poi quella olfattiva ed infine la fase gustativa; si tratta di un’analisi sensoriale a tutti gli effetti dove gli stimoli che percepiamo (colori, profumi e sapori) arrivano al nostro cervello sotto forma di sensazioni ed una volta elaborate divengono percezioni (cioè quando siamo in grado di riconoscere e spiegare quello che stiamo sentendo).

Poco fa abbiamo parlato di come la musica possa modificare le percezioni sensoriali, in pratica cosa accade?

L’esperimento scientifico è stato eseguito da un’università scozzese, la Heriot-Watt University di Edimburgo, su 250 persone a cui è stato dato un calice di vino bianco (Chardonnay) ed uno di vino rosso (Cabernet Sauvignon) a testa. I partecipanti hanno degustato questi due vini in silenzio in 5 stanze diverse con 4 tipi di musica differente ed una completamente insonorizzata.

Ebbene, si è visto come i diversi tipi di musica hanno influenzato la descrizione di questi vini: in particolare, chi ha ascoltato dei pezzi più “strong”, ha descritto il vino come più corposo e strutturato. Ascoltando invece una musica più elegante come la classica il vino diventava più raffinato, mentre con l’heavy metal di sottofondo il vino è stato percepito più “potente”.

Cosa si può dedurre da questo esperimento?

Senza dubbio che la musica non è solo un insieme di onde sonore che raggiungono le nostre orecchie, ma è in grado di raggiungere il cervello che elabora poi i dati e le sensazioni che quella determinate note ci trasmettono.

Una sperimentazione sul rapporto tra vino e musica è davvero curiosa ed originale, perché non provarla in una versione "casalinga"?

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